Conoscere il chemiotipo di un olio essenziale è fondamentale (per non dire essenziale) per un aromaterapeuta e per chi deve utilizzare l’olio essenziale, specialmente a scopo terapeutico. Il compito dell’aromaterapeuta è quello di saper consigliare un determinato olio essenziale per via di una sua specifica azione benefica. Scopriamo adesso come, dalla stessa pianta, dalle stesse componenti oggetto di estrazione, possono nascere differenti oli essenziali.

Cosa è il chemiotipo
Iniziamo a definire cosa è il chemiotipo.
Con il termine chemiotipo intendiamo una popolazione di piante che, pur appartenendo alla stessa specie, si differenziano tra di tutti gli altri membri specie stessa per alcune loro composizioni chimiche.
In particolare si tratta di alcune differenze non visibili ad occhio nudo per quanto concerne la forma, la morfologia della pianta stessa, ma queste differenze genetiche possono produrre nella pianta stessa dei cambiamenti sul fenotipo chimico.
Questo aspetto, come si può immaginare, riscuote particolare interesse dagli aromaterapeuti. Una differente composizione chimica di un olio essenziale, può determinare differenti effetti dell’olio stesso sul paziente, rendendo l’olio benefico o malevolo per quel determinato trattamento.
Il chemiotipo
In particolare, ogni olio essenziale di una determinata pianta è definito legalmente dal suo chemiotipo (spesso abbreviato con “ct”). Una stessa pianta, cresciuta in differenti condizioni, può avere un chemiotipo differente sulla base delle caratteristiche del luogo in cui è cresciuta: composizione del terreno su cui cresce, sull’orientamento rispetto al sole, la quantità d’acqua ricevuta da irrigazione, o ancora la temperatura alla quale cresce la pianta. Questi fattori possono essere complici di mutazioni chimiche della pianta, definendo un differente profilo botanico e chimico della pianta stessa.
Per riconoscere un chemiotipo di una pianta, occorre utilizzare degli strumenti molto sofisticati in appositi laboratori di analisi. Questi strumenti permettono di effettuare cromatografie, spettroscopie di massa, risonanze magnetiche sull’olio essenziale, in maniera da avere una maggiore conoscenza sulla struttura molecolare dell’olio oggetto di analisi.
Questa classificazione molecolare dell’olio essenziale, permette di riconoscere quale molecola ed in che forma è maggiormente presente nell’olio essenziale, caratterizzandolo. La caratteristica di ogni olio ci consente di definire l’olio essenziale chemiotipizzato (identificato come O.E.C.T).
Esempi di oli essenziali chemiotipizzati (O.E.C.T.)
Riportiamo degli esempi facilmente rintracciabili in molte delle letterature relative agli oli essenziali e l’aromaterapia.
L’olio essenziale di timo – Thymus Vulgaris
Di seguito tutti gli oli essenziali chemiotipizzati di timo (vedi olio essenziale di timo)
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Timolo (chemiotipo timolo): contiene principalmente del timolo avente delle proprietà anti-infettive;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Tujanolo (chemiotipo tijuanolo): contiene principalmente del tujanolo avente delle proprietà battericide, viricide, e neurotoniche;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Carvacrolo (chemiotipo carvacrolo): contiene principalmente del carvacrolo avente una attività antisettica;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris al Geraniolo (chemiotipo geraniolo): contiene principalmente del geraniolo con una attività antibatterica, antimicotica, antivirale;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Linalolo (chemiotipo linalolo): contiene principalmente il linalolo con delle proprietà antibatteriche, antimicotiche, viricide e antiparassitarie intestinali;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Terpineolo (chemiotipo terpineolo): contiene principalmente il terpineolo con delle proprietà emolitiche;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Cineolo (chemiotipo cineolo): contiene principalmente il cineolo con attività decongestionanti bronco-polmonari;
- O. E. C. T. di Thymus Vulgaris a Paracimene (chemiotipo paracimene): contiene principalmente il paracimene con azione anti-infettiva, una forte azione antalgica, utile per reumatismi e di artrosi.
Olio essenziale di rosmarino officinalis
Di seguito tutti gli oli essenziali chemiotipizzati di rosmarino (vedi olio essenziale di rosmarino)
- O. E. C. T. di Rosmarinus officinalis a Canfora (chemiotipo canfora): contiene principalmente della canfora, utile contro le contratture muscolari e crampi e con azioni antinfiammatorie;
- O. E. C. T. di l Rosmarinus officinalis a 1.8 cineolo (chemiotipo 1.8 cienolo): contiene principalmente 1.8 cineolo con proprietà anticatarrali, espettoranti. Proprietà antisettiche polmonari e mucolitiche;
- O. E. C. T. di Rosmarinus officinalis a Verbenone (chemiotipo verbenone): contiene principalmente verbenone con proprietà cicatrizzanti, battericide, espettoranti mucolitiche, colagoghe e epatodrenanti.
Conclusioni
Come si può dedurre da queste poche righe che ci forniscono la definizione di chemiotipo di un olio essenziale, la scienza dell’aromaterapia è molto complessa. Il percorso dell’aromaterapeuta non è finalizzato alla semplice conoscenza dei più comuni oli essenziali e come questi reagiscono al malessere comunicato.
Con la definizione di chemiotipo di un olio essenziale ci si inizia a rendere conto della complessità del settore e della necessità di affidarsi a chi ha seguito un percorso completo. Si avverte la necessità di affidarsi a qualcuno che sappia indirizzare e motivare le proprie scelte, consigliando un determinato prodotto con determinate caratteristiche per quella specifica condizione.
Tutti i principi attivi di un olio essenziale derivano da differenti molecole contenute simultaneamente nell’olio essenziale stesso. Ogni molecola ha una differente azione e queste possono agire simultaneamente, in maniera totalmente differente, non sempre benefica.
Se sei arrivato fin qui con la lettura, avrai sicuramente capito che è indispensabile conoscere bene le numerose proprietà delle differenti classi di principi attivi prima di utilizzare un determinato olio essenziale.